Il processo diagnostico è, nella maggior parte dei casi, molto lungo e può basarsi su esami diagnostici specifici e su diagnosi differenziale. La disautonomia è ancora poco nota e l’aspetto che maggiormente rende difficile la diagnosi è la scarsa conoscenza da parte dei medici di assistenza primaria (medici di famiglia).
Con il termine disautonomia, anche detta disfunzione autonomica, si intende un disturbo dell'equilibrio funzionale del sistema nervoso autonomo.
Questa patologia ha un’incidenza sulla popolazione mondiale di circa 1% con oltre 70 milioni di persone affette.
Il sistema nervoso autonomo ha il compito di regolare e coordinare le attività degli organi interni, come cuore, intestino, le ghiandole endocrine ed esocrine, la dilatazione delle arterie, le pupille e praticamente qualsiasi attività autonomica del nostro organismo, dalla regolazione della pressione arteriosa, al battito cardiaco, dalla contrazione dei bronchi alla digestione. Il controllo degli organi attraverso il sistema nervoso autonomo si attua grazie a due sistemi paralleli di stimolazione, il sistema simpatico ed il sistema parasimpatico. Quando il bilanciamento di questi due sistemi non funziona più bene, in genere si ha la comparsa di una forma di disautonomia.
Al momento non esiste una cura generalizzata per la disautonomia ma esistono dei trattamenti e terapie diverse in relazione alle diverse forme che possono anche differire in relazione al quadro clinico del paziente e delle sue comorbidità. In alcuni casi, come per la POTS, molto utile è il ricorso ad alcuni trattamenti e soluzioni che non mirano a risolvere il problema alla radice ma a mitigare gli spiacevoli effetti sintomatologici (esempio: bere molta acqua, apporto di sodio, calze compressive).